Typing ha come claim “narriamo talenti”. L’idea alla base di queste due parole (che riassumono perfettamente la nostra filosofia aziendale) è molto semplice: noi riteniamo che non ci sia poi molta differenza tra il curare l’editing del libro di uno scrittore (o il presentarlo al meglio alla stampa, sui social, agli editori, o confezionando per lui un evento letterario che lo valorizzi al massimo.) e l’occuparsi del copywriting per un’impresa o un ente. Quello che si fa è sempre narrare. Narrare cosa? Narrare i talenti. Per troppo tempo nell’immaginario collettivo (per lo meno in quello italiano) l’imprenditore è stato il “cummenda” brianzolo, praticone, grande lavoratore e con la testa sulle spalle. Quello che si alza alle cinque del mattino e che non ha grilli per la testa. Quanto di più lontano ci sia insomma dal concetto di talento e dalla figura alla quale normalmente si associa tale idea: quella dell’artista. In realtà qualsiasi imprenditore almeno un grillo per la testa ce l’ha, anzi vive per quello: e quel grillo per la testa è proprio il suo talento. La sua dolce ossessione. Ci vuole talento tanto per portare avanti la propria idea imprenditoriale quanto per scrivere Delitto e castigo o Il Maestro e Margherita. E al tempo stesso l’artista (nel nostro caso specifico, lo scrittore), troppo a lungo stigmatizzato come una sorta di acchiappanuvole, ha bisogno, per dirsi tale (scrittore quindi e non acchiappanuvole), di una notevole dose di serietà e di autodisciplina. Per scrivere un libro bisogna darsi un ferreo programma di lavoro, pensare bene i personaggi, la loro funzione nella trama e nell’intreccio, lo svolgimento, la conclusione e molte altre cose. Il “cummenda” brianzolo e l’artista sono quindi molto più simili di quanto non si pensi. E oggi hanno bisogno l’uno dell’altro.
Jacopo Giombolini è nato nel 1977 a Roma. Si è laureato in Scienze della comunicazione all’Università degli Studi di Perugia. Ha lavorato in varie aziende come esperto di web marketing e come commerciale. Ha collaborato con la rivista “Frigidaire” per la quale ha curato la rubrica Schiuma. Tra i finalisti nel 1998 del “Campiello Giovani”, il suo racconto Via Ghetaldi è stato pubblicato nella raccolta I ragazzi del Campiello 3 (Marsilio, 1998). Nel 2016 è arrivato in semifinale al Premio “La Giara”. Miro e il suo colbacco è il suo primo romanzo.
Nel 2018 fonda Typing e la dirige. A Terni, sempre nel 2018, una sua amica gli presenta Samuela Luzi, scrittrice, assistente sociale e assistente d’infanzia, autrice del libro “Meglio di no…?” per conto della quale Typing si metterà al lavoro per organizzare alcune presentazioni letterarie. A Nocera Umbra, nell’estate del 2018, lavorando presso Le Canapaie, conosce la moglie di uno dei due founder dell’azienda, Silvia Segatori, insegnante di inglese e di Yoga e titolare a sua volta dell’associazione Urban Gipsi Yoga. Typing verrà incaricata da Silvia di assumere la rappresentanza editoriale di un suo progetto. Sempre nel 2018 un amico di Jacopo, Dario Gattafoni, incarica Typing di curare il blog della startup che lui ha fondato assieme a Lorenzo Marzolla e Francesco Ingino: Multicoopter drone, azienda attiva nel settore dei rilevamenti topografici e ambientali tramite droni.

Miro e il suo colbacco​

miro e il suo colbacco

Laila e Corrado sono una giovane coppia che, con grande ottimismo e leggerezza, si destreggia in una vita non facile nella quale si intrecciano svariati problemi: l’ultra-precariato, il disturbo bipolare di lui, due famiglie di origine alquanto bislacche. Nel passato di Corrado c’è il secondo posto al Premio “Campiello Giovani” mentre nel suo presente e in quello della sua compagna c’è solo una realtà comune a molti giovani. Ma la loro quotidianità inizia a cambiare dopo aver scoperto che aspettano un bambino, il piccolo Miro, la cui attesa diventerà il vero motore della loro vita. Con un linguaggio asciutto e diretto, l’autore racconta la storia di una tenera e romantica vicenda che trasformerà l’esistenza dei suoi protagonisti: la nascita di un figlio.